ERRI DE LUCA
Il Circolo della Lettura ‘Barbara Cosentino’ incontra Erri De Luca
MARTEDÌ, 04 MARZO 2014 - ORE 20.30
“Verrò volentieri una sera del prossimo inverno a fare un incontro con voi, senza presentazioni né introduzioni. Vengo a raccontare qualcosa e a rispondere a eventuali domande. Erri.”
Martedì 4 marzo 2014 alle ore 20.30 il Circolo della Lettura ‘Barbara Cosentino’, incontra lo “scrittore del decennio”, una serata per scoprire e conoscere lo scrittore, il poeta e il traduttore, ma sopratutto l'uomo Erri De Luca.
Oggi so che in ogni frase pronunciata c'è l'anima di una domanda, allora temevo che in ogni domanda fosse contenuta una risposta che non sapevo riconoscere.
(Non ora, non qui)
L'Autore
«Buongiorno, mi chiamo Erri De Luca, sono nato a Napoli nel 1950, cioè sono nato in mezzo al secolo e in mezzo al Mediterraneo. Faccio lo scrittore, che è una delle tante attività che uno può fare, fra le tante attività di fortuna che uno può fare nella vita, una delle tante di quelle, tra quelle che ho fatto. Non sono professore, non sono dottore. Faccio lo scrittore. Voi dite qui a Roma: “Ci sei o ci fai?” a uno che avete di fronte per capire che tipo è. Beh, “io ci faccio”, il mio mestiere è fare lo scrittore per ora, fino a che qualche editore acquista i libri.»
Fino a diciotto anni, Erri De Luca vive a Napoli con la sua famiglia e frequenta il Liceo classico Umberto I. Dagli studi classici, in particolare dall’essere stato “costretto” allo studio del latino e del greco, è nata la sua curiosità per diverse lingue, tra cui lo yiddish e l’ebraico antico. Erri le studia da autodidatta e traduce alcuni testi della Bibbia per riprodurli nella forma più simile e fedele all’originale ebraico. Dedica alla Bibbia un’ora di lettura al giorno, pur dichiarandosi non credente.
“Mio padre mi ha cresciuto in una stanza ispessita dai libri, che produsse l’effetto di vederla ingrandita quando fu sgomberata da un trasloco. Ma finché ci dormivo dentro era immensa: si allargava di pagina in pagina sfogliata. Mi parlava in italiano, quello senza accento dei suoi libri, facendo biforcuta la mia lingua, napoletana per buona metà. Tra noi l’assenza fu opera mia. All’età buona a tutto dei diciotto anni lasciai non solo il tempo trascorso con lui, ma quello futuro che aveva apparecchiato per me negli anni, con la premura della premeditazione. Lasciavo nelle sue stanze tutto il tempo passato e tutto l’avvenire immaginato, tenendomi un presente immaginario. Il vuoto alla sua tavola non fu riempito, scomparve il piatto, ma restò la sedia ... Trovai il mio posto, il diritto e la parte tra le migliaia di una gioventù coetanea rivoluzionaria. Era così perché quello era il compito assunto e svolto in giro per il mondo dall’ostinato secolo Millenovecento” (Tu non c’eri).
A diciotto anni, nel 1968, lascia Napoli e la sua famiglia per raggiungere Roma, dove respinge la carriera diplomatica alla quale era avviato, abbraccia l’azione politica e prende parte al GAOS (Gruppo di Agitazione Operai e Studenti), che fonderà Lotta Continua. Erri diventa responsabile del servizio d’ordine di Lotta Continua, il movimento di estrema sinistra diretto da Adriano Sofri, e vi continua a militare attivamente fino al suo scioglimento. Da questo momento svolge numerosi mestieri in Italia e all’estero, come operaio qualificato alla Fiat, camionista, magazziniere all’aeroporto di Catania, muratore in diversi cantieri francesi, africani e italiani. Durante il conflitto in ex-Jugoslavia, mentre lavora come operaio a Milano, parte di tanto in tanto come autista volontario di convogli umanitari destinati alla popolazione bosniaca.
Scrive dall’età di vent’anni, ma il suo primo libro ‘Non ora, non qui’ è pubblicato solo nel 1989.
“Ho fatto il mestiere più antico del mondo. Non la prostituta, ma l’equivalente maschile, l’operaio, che vende il suo corpo da forza lavoro. Ho saputo notizie materiali e precise del verbo lavorare. Non posso usarlo per quello che combino con la scrittura. Scrivere è stato e resta per me il contrario, il tempo festivo dentro una giornata di corpo venduto per salario. È stata il tempo salvato. (...) sono un redattore di storie tolte al campo delle vite intorno, un racimolatore, uno che passa dietro i mietitori.” (prefazione a Non ora, non qui)
Collabora con articoli di opinione a diversi giornali (La Repubblica, Il Corriere della Sera, il manifesto, Avvenire), è alpinista emerito e scrive anche sulla montagna. È conosciuto nel mondo dell'alpinismo e dell'arrampicata sportiva. Nel 2002 è il primo ultracinquantenne a superare un 8b, alla Grotta dell'Arenauta di Gaeta. Nel 2005 ha partecipato a una spedizione himalayana con l'amica Nives Meroi, un'esperienza narrata nel libro ‘Sulla traccia di Nives’.
Tradotto in francese, spagnolo, inglese, ha ricevuto nel 1994 il premio France Culture per ‘Aceto, arcobaleno’ e nel 2002 il Premio Laure Bataillon per ‘Tre cavalli’ e il Prix Femina étranger per ‘Montedidio’.
Ho visto la guerra in Bosnia, da passante, da autista di convogli. Ho visto l'odio, una cicatrice in faccia che i figli ereditano dai padri.
(Alzaia)
Ha pubblicato con Feltrinelli: ‘Non ora, non qui’ (1989), ‘Una nuvola come tappeto’ (1991), ‘Aceto, arcobaleno’ (1992), ‘In alto a sinistra’ (1994), ‘Alzaia’ (1997, 2004), ‘Tu, mio’ (1998), ‘Tre cavalli’ (1999), ‘Montedidio’ (2001), ‘Il contrario di uno’ (2003), ‘Mestieri all'aria aperta. Pastori e pescatori nell'antico e nel Nuovo Testamento’ (con Gennaro Matino; 2004), ‘Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo’ (2005), ‘In nome della madre’ (2006), ‘Almeno 5’ (con Gennaro Matino; 2008), ‘Il giorno prima della felicità’ (2009), ‘Il peso della farfalla’ (2009), ‘E disse’ (2011), ‘I pesci non chiudono gli occhi’ (2011), ‘Il torto del soldato’ (2012), ‘La doppia vita dei numeri’ (2012), ‘Ti sembra il Caso?’ (con Paolo Sassone-Corsi; 2013), ‘Storia di Irene’ (2013) e, nella collana digitale Zoom, Aiuto (2011), Il turno di notte lo fanno le stelle (2012) e Il pannello (2012). Per “I Classici” Feltrinelli ha curato Esodo/Nomi (1994), ‘Giona/Ionà’ (1995), ‘Kohèlet/Ecclesiaste’ (1996), ‘Libro di Rut’ (1999), ‘Vita di Sansone’ (2002), ‘Vita di Noè/Nòah’ (2004) e ‘L'ospite di pietra’ di Puškin (2005). Ha tradotto e curato, sempre per Feltrinelli, ‘L'ultimo capitolo inedito de La famiglia Mushkat. La stazione di Bakhmatch’ di Isaac B. Singer e Israel J. Singer (2013).
Per Dante e Descartes ha pubblicato: ‘Tufo’ (1999), ‘Altre prove di risposta’ (2000), ‘Lettere da una città bruciata’ (2002), ‘Immanifestazione’ (2003); ‘Precipitazioni’ (2004), ‘Lettere a Francesca’ (2005), ‘Chisciottimista’ (2005), ‘Napòlide’ (2006), ‘Lettere fraterne’, con Izet Sarajlic (2008), ‘Tentativi di scoraggiamento (a darsi alla scrittura)’ (2009). Ha tradotto dallo yiddish ‘Noah Anshel dell’altro mondo’, di Dovid Katz (2002). Con Einaudi ha pubblicato ‘Opera sull'acqua e altre poesie’ (2002), ‘L'ultimo viaggio di Sindbad’ (2003), ‘L'ospite incallito’ (2008).
Inoltre ha scritto ‘I colpi dei sensi’(Fahrenheit 451, 1993), ‘Pianoterra’ (Quodlibet, 1995), ‘Ora prima’ (Qiqajon, 1997), ‘Un papavero rosso all'occhiello’ (Menocchio, 2000), ‘Nocciolo d'oliva’ (Messaggero, 2002), ‘Morso di luna nuova’ (Mondadori, 2005), ‘L'isola è una conchiglia’ (La Conchiglia, 2008), ‘Il cielo in una stalla’ (Infinito, 2008), ‘Penultime notizie circa Ieshu/Gesù’ (Messaggero, 2009).
Con Angelo Bolaffi ha pubblicato ‘Come noi coi fantasmi’ (Bompiani, 1998), con Marco Delogu ha pubblicato ‘Cattività’ (Nuovi Equilibri, 1999), ‘Sottosopra’ (Mondadori, 2007), con Izet Sarailic ha scritto ‘Lettere fraterne’ (Dante e Descartes, 2008). Ha tradotto dall’ebraico e commentato ‘L'urgenza della libertà’ (Filema, 1999) ed ‘Elogio del massimo timore/Il salmo secondo’ (Filema, 2000) e dallo yiddish ‘Canto del popolo yiddish messo a morte’ di Itzak Katzenelson (Mondadori, 2009).
Eppure tutto ciò non basta a rappresentarlo nemmeno un po’. I filmati delle interviste che scorrono qua e là, conquistano con la sua verità e la sua semplicità, ma non riescono a salvare attraverso lo schermo l’energia e il carisma di una persona di raro spessore umano.
“Perché, come mai sei andato in Bosnia?” – “Io mi sentivo di non poter fare altrimenti”. Convocato da una popolazione contro “lo stupro e la riduzione in schiavitù” della Val di Susa, oggi è incriminato per aver istigato al sabotaggio della TAV e replica “Per uno scrittore il reato d’opinione è un onore”.
Sempre in azione, in prima fila, a difesa dell’uomo e della sua umanità, senza alzare la voce o addirittura in silenzio, un silenzio forte di verità e giustizia: “Un intellettuale deve essere coerente e mettere in pratica ciò che sostiene”.
Un ascolto partecipe vale almeno
quanto un buon consiglio.
(Alzaia)
Era un bambino balbuziente, che soffriva l’incapacità di difendersi con le parole. Oggi continua instancabilmente ad accorrere con le parole e i fatti a soccorso di chi non può difendersi in cause che chiamano la sua anima alla giustizia, interessandosi al “piano terra” del paese.
Nei giorni scorsi, in occasione della ristampa de ‘L'ultimo viaggio di Sindbad’ (Einaudi), ha detto: “I migranti non sono solo carne che viaggia, ma speranza. Sono quelli che ci raggiungono da tutte le parti del nostro territorio, così vasto da rendere impensabile qualunque misura di contenimento. Il segreto di questi viaggi -spiega lo scrittore- è che non vengono da nessuna scelta e da nessuna libertà, perché la libertà era restare. Nascono dalla necessità, e hanno un biglietto di sola andata. Questi sono titoli di nobiltà della parola viaggio. Quello che combiniamo noi sono spostamenti, i migranti ci dimostrano che i confini sono formalità. Ignorate dagli uccelli migratori come da quelli che vanno a piedi”.
E continua ad amare il silenzio, trascorre giorni in solitudine in cui riversa tutto nella scrittura. In silenzio si predispone a ricevere dalla memoria e dal vento le storie che drizzano le orecchie, che come vele spingono le mani a scrivere.
È la più certa prova d'amore quella di un uomo che cambia parere per essere d'accordo con la donna.
(In nome della madre)
Media
Erri De Luca legge “Il libro dev'essere vento” - 07.06.2012
L'Autore ospite di Letterature - Festival Internazionale di Roma
© RAI 2012
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Erri De Luca ospite del Salone del Libro di Torino - 13.05.2012
Parole indelebili
© Feltrinelli Editore 2012
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Essere al mondo, per quello che ho potuto capire, è quando ti è affidata una persona e tu ne sei responsabile e allo stesso tempo tu sei affidato a quella persona ed essa è responsabile per te.
(Non ora, non qui)
Risorse e collegamenti
- Scarica la locandina dell'incontro con Erri De Luca [PDF - 380 Kb]
- Visita il sito della Fondazione Erri De Luca
- Visita la pagina Facebook dell'Autore
Voglio tentare di stare con te. Voglio credere che è possibile, anche se non per ora, anche da lontano. Ho bisogno di aspettare qualcuno che non somigli a nessuno e tu sei questo.
(Tu, mio)
Info
L'incontro con Erri De Luca avrà luogo martedì 4 marzo 2014, alle ore 20.30, presso la libreria Tra Le Righe, in Viale Gorizia, 29 a Roma.
Cecilia, Cristina, Ida ed Ilaria vi aspettano per conoscere insieme lo scrittore, il poeta e il traduttore, l'uomo Erri De Luca.
Per informazioni, prenotazioni e conferme:
Dott.ssa Cecilia Gabrielli
Presidente del Circolo della Lettura ‘Barbara Cosentino’
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prenotazione obbligatoria con prelazione dei Soci.
Mantenere: a dieci anni era il mio verbo preferito. Comportava la promessa di tenere per mano, mantenere.
(I pesci non chiudono gli occhi)
Ho visto che in italiano esistono due parole, sonno e sogno, dove il napoletano ne porta una sola, suonno. Per noi è la stessa cosa.
(Montedidio)
L'evento è realizzato con la gentile collaborazione della libreria bistrot Tra Le Righe.