ALICE MUNRO: “IL SOGNO DI MIA MADRE”
Un nuovo appuntamento del Gruppo di Lettura!
MARTEDÌ, 20 MARZO 2018 - ORE 20.00
Martedì 20 marzo 2018, alle ore 20.00, tornano gli appuntamenti del Gruppo di lettura del Circolo ‘Barbara Cosentino’!
In questo soggiorno canadese del nostro ‘Giro del mondo in otto scrittrici e più’, incontriamo Alice Munro con la raccolta “Il sogno di mia madre”. Albergheremo nel ‘luogo dove la vita e l’arte coincidono’, ossia nella letteratura.
Non si poteva dire che avessero scelto strade sbagliate, o che fossero stati costretti a scegliere contro la loro volontà o senza capire quel che facevano. Semplicemente non avevano capito che il tempo sarebbe passato e che di loro sarebbe rimasto qualcosa di meno, anziché di piú, di quello che c’era allora.
IL SOGNO DI MIA MADRE

Ho letto, tempo fa, che i racconti di Alice Munro possono essere assimilati ai gialli, perché si presentano come indagini, ma non intorno a un fatto o a un misfatto, bensì intorno ai misteri dell’anima che tengono le fila della vita stessa. Ogni microstoria si sviluppa come ricerca di un segreto: partendo da un accadimento, si sale e si scende in un andirivieni temporale, caratteristica unica della nostra Autrice, che serve a comprendere come sia potuto accadere, e nella rivelazione si scopre un arcano grande e profondo dell’animo umano che ci riguarda tutti. Questa cifra segreta resta nascosta fra le pieghe del tempo in cui riesce a insinuarsi la tessitura sottile del racconto, che incede sui dettagli e dilata il tempo, rivelando l’umanità dei personaggi e il presente si percepisce sempre come la coperta gualcita di verità pregresse.
La tattica narrativa degli ‘spazi vuoti’, in cui ci induce a seguire il percorso della vita lungo il margine del baratro, l’escamotage delle ‘epifanìe’, come momenti rivelatori dell’origine del baratro che ribaltano la trama, il gioco degli incipit in media res ai quali si torna in conclusione, l’espediente del cambiamento del tempo narrato mercè la variazione del tempo del verbo conducono alla rottura dei confini del vissuto apparente. Il risultato è costringere alla resa dei conti consapevole non tanto i personaggi con se stessi, ma soprattutto il lettore.
Difetti e avversità non dovevano essere considerati in modo diverso dal loro contrario.
Alice Munro ingrandisce nei suoi racconti la vita così minuziosamente che si ha l’impressione di ritrovarsi immersi in una lente d’ingrandimento sferica, dove si avvera il paradosso che l’estrema vicinanza rende ciechi perché impedisce la focalizzazione. Questo iniziale incedere confuso consente di apprezzare l’evidenza che le cose non sono mai quelle che sembrano, come lei ha detto una volta: «Non costruisco storie. Acciuffo con la mano qualcosa nell’aria».
Quale filo lega tutti questi racconti? Di certo l’indagine negli antri occulti di ciascuno è fondamentale come in tutta l’opera della Munro, ma l’elemento davvero caratterizzante è proprio questo gioco di lenti, l’inquadratura, il punto di vista che a un certo momento cambia nel tempo, nello spazio e nelle relazioni fra i personaggi e ci consente di apprendere tutta un’altra storia.
Le sue bambine sono cresciute. Non la odiano. Per essere andata via ed essere rimasta lontano. Nemmeno la perdonano. Forse non l’avrebbero perdonata in ogni caso, ma sarebbe stato per qualche altro motivo.
ALICE MUNRO

Alice Laidlaw discende da una famiglia di immigrati scozzesi, è nata il 10 luglio 1931 a Wingham, in Ontario, da genitori umili contadini e allevatori. Cominciò a scrivere sin dall’adolescenza e pubblicò la sua prima novella ai tempi dell’università, quando frequentava la Facoltà d’Inglese presso la University of Western Ontario e si manteneva facendo la cameriera, la raccoglitrice di tabacco e l’impiegata in biblioteca.
Si allontanò da Wingham, abbandonando l’università e trasferendosi a Vancouver con James Munro, ilsuo primo marito, di professione libraio, e dovette tentare per anni di riuscire ad emergere come scrittrice, perché non ci si poteva permettere di andare via dalla campagna e poi tornare senza aver fatto fortuna, meno che mai essendo una donna.
Il suo primo matrimonio rappresentò una via di fuga e ne conservò il cognome come un lasciapassare verso l’indipendenza. Ebbero tre figlie, ma la seconda morì in fasce. Nel 1963 si trasferirono a Victoria e aprirono la Munro’s Books. Ebbero un’altra figlia.
Nel 1968 vide la luce la sua prima raccolta di racconti, “La danza delle ombre felici”, che ottenne un ampio consenso di critica e le meritò il Governor General’s Award. Nel 1971 esce “Lives of Girls and Women” e l’anno seguente, dopo aver divorziato, ritorna nell’Ontario dove diventa writer-in-residence all’Università che aveva abbandonato.
Eccola lì Enid, impegnata a consumare la vita fingendo che non fosse cosí.
Nel 1976 sposa il geografo Gerald Fremlin e si trasferiscono in una fattoria nei pressi di Clinton; due anni dopo vince nuovamente il Governor General’s Award con la raccolta di novelle dal titolo “Chi ti credi di essere?”.
Per tre anni viaggia in Australia, Cina e Scandinavia. Per due decenni continuerà a pubblicherà raccolte di racconti brevi e nel 2009 vince il Man Booker Prize alla carriera.
Nel 2013 le viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura come “maestra del racconto breve contemporaneo”.
Ha scritto fino a 82 anni, ma con il conseguimento del Nobel ha annunciato il suo ritiro, spiegando ai suoi lettori che ha raggiunto un’età che le rende insopportabile la solitudine che la scrittura richiede. Ha pubblicato 13 raccolte di racconti e un romanzo inedito in Italia.
Nel sonno dolore e disintegrazione sono in agguato. Orrori bestiali, tutti peggiori di quelli che riusciamo a immaginare in anticipo.
L’appuntamento del Gruppo di lettura di martedì 20 marzo 2018 è parte del nostro ciclo di letture “Read around the world”.
Le Amiche e gli Amici del Circolo della Lettura ‘Barbara Cosentino’ vi aspettano alle ore 20.00, per una serata in compagnia delle parole di una grandissima scrittrice contemporanea.
Eppure, che dolore. Da portarsi appresso e farci l’abitudine fino a quando è solo del passato che si soffre e non di qualsiasi presente possibile.
L’incontro, realizzato presso la Libreria AsSaggi di Roma, in via degli Etruschi n. 4, è aperto a tutti i Lettori che vorranno partecipare, previa prenotazione obbligatoria, con prelazione dei Soci.