JANE AUSTEN: “RAGIONE E SENTIMENTO”
Un nuovo appuntamento del Gruppo di Lettura!

GIOVEDÌ, 18 GENNAIO 2018  - ORE 20.00

 
 

 

Giovedì 18 gennaio 2018, alle ore 20.00, inizia un nuovo anno con il Gruppo di lettura del Circolo ‘Barbara Cosentino’!
Il nostro “Giro del mondo in otto scrittrici e più” ci porterà in terra d’Albione, per ritrovare le parole di Jane Austen e fare una sosta, tra ragione e sentimento, che sia ristoro per il cuore e per la mente.
               

 
Non sono il tempo né le circostanze a creare l’intimità, ma solo la predisposizione.
 

JANE AUSTEN

Jane Austen

Jane Austen è una delle scrittrici più rappresentative della narrativa neoclassica mondiale, suo nipote la racconta così:
«La sua vita fu singolarmente povera di eventi. Il suo quieto corso non fu interrotto che da pochi cambiamenti e da nessuna grande crisi. Dispongo perciò di scarsissimo materiale per un resoconto dettagliato della vita di mia zia; ma ho un ricordo chiaro della sua persona e del suo carattere; e forse in molti potranno essere interessati ad una descrizione di quella fertile immaginazione da cui sono nati i Dashwood e i Bennet, i Bertram e i Woodhouse, i Thorpe e i Musgrove, che sono stati invitati come cari amici presso il focolare di numerose famiglie, e sono da loro conosciuti intimamente, come se fossero davvero dei vicini di casa».
Jane Austen nacque a Steventon, nell’Hampshire inglese, il 16 dicembre 1775. Crebbe in una famiglia numerosa, penultima figlia, con sei fratelli e una sorella... Suo padre era un pastore anglicano, che si occupò scrupolosamente della sua educazione letteraria: all’età di otto anni fu mandata a studiare a Oxford e poi a Southampton, a soli dodici anni scrisse “Juvenilia”, la prima eterogenea raccolta di racconti umoristici o gotici, di brevi storie e poesie, di parodie, fra le quali si ritrovano gli embrioni dei temi dominanti dei suoi maggiori romanzi.
Nel 1795 si affezionò a Thomas Langlois, nipote dei suoi vicini, ma la famiglia del giovane osteggiò questo legame, considerando la Austen socialmente inadeguata, costringendolo a trasferirsi. In questi mesi difficili, la scrittrice nascente stese le bozze di due dei suoi romanzi più celebri: “Orgoglio e pregiudizio” e “Ragione e sentimento”. In quegli anni fu pubblicato il racconto epistolare “Lady Susan” e poi il secondo romanzo “Prime impressioni”. Suo padre fu il primo a intuire le doti letterarie di Jane, ma l’accoglienza presso gli editori fu tiepida. Solo nel 1803 Henry Austen riuscì a vendere il romanzo “L’abbazia di Northargen”, la cui stesura era già stata ultimata da tempo, che comunque non venne pubblicato fino al 1816, anni in cui la famiglia stessa ne riacquistò i diritti per darlo alle stampe.

 
Dopotutto è ammaliante l’idea che la felicità di qualcuno sia interamente nelle mani di una persona. Non sempre è possibile e noi dobbiamo accettarlo.
 

La famiglia Austen si trasferì a Bath nel 1800 dove Jane scrisse “I Watson”, ma dopo cinque anni il reverendo morì e Jane si trasferì con la madre e la sorella, dapprima a Southampton e poi a Chawton.
“Orgoglio e pregiudizio”, nato dalla revisione di “Prime impressioni”, vide la luce nel gennaio 1813, grazie all’editore Egerton. L’anno seguente fu la volta di “Mansfield Park”, che, pur scritto in meno di due anni, conobbe un successo straordinario. Seguì “Emma” nel 1815, pubblicato dall’editore londinese; nel medesimo anno, Jane Austen scrisse il suo ultimo romanzo, “Persuasione”, che fu pubblicato postumo due anni dopo. Il 18 luglio del 1817, infatti, Jane Austen morì a causa del morbo di Addison e fu sepolta nell’abbazia di Winchester. Lasciò incompiuta la stesura di “Sanditon”, una satira sul progresso e sulle sue conseguenza.
Finché fu in vita, i suoi romanzi furono sempre pubblicati in forma anonima. Solo dopo la morte di Jane Austen il fratello ne rivelò pubblicamente. L’Autrice visse sempre con la propria famiglia, che ad un certo punto si ridusse a sua madre e sua sorella e morì nubile, perché scelse coraggiosamente di vivere della propria penna. Pur essendo vissuta in decenni densi di avvenimenti epocali, in particolare bellici, Jane Austen relegò sempre la grande storia al ruolo di sfondo marginale dei propri romanzi, che dipingono la vita quotidiana e l’amore, di cui le donne sono i centri propulsori.

 
È l’amore un capriccio o un sentimento? No, è immortale come la verità incorrotta. Non è un fiore che si sfoglia quando la gioventù cade dal gambo della vita poiché crescerà persino in regioni aride dove non scorre acqua né un raggio di speranza inganna le tenebre.
 

“RAGIONE E SENTIMENTO”

Recensione di Giuseppe Grassonelli

Jane Austen - Ragione e sentimento (1811)

La sognatrice Marianne e la razionale Elinor Dashwood sono le due sorelle protagoniste centrali del romanzo, le quali, dopo aver sempre vissuto una vita tranquilla e senza preoccupazioni economiche, alla morte del padre si ritrovano a dover fare i conti con gravi ristrettezze economiche perché questi lascia in eredità tutti i beni al primogenito maschio.
Poche scene descrittive e digressioni narrative, per un racconto gravido di contrastanti emozioni: dolcezza, disperazione e desideri delineano i contorni delle storie d’amore legate a interessi, in cui il matrimonio si raggiunge solo se il rapporto è rispettabile e il reddito soddisfacente da entrambe le parti, mentre la vita quotidiana è scandita da ricevimenti, balli e merende all’aperto. I personaggi animano le campagne inglesi, dipinti da un lessico che è levigato come i colori sulla tela di un artista. Fra loro spiccano le donne, centro propulsore della narrazione, descritte anche in maniera spietata quando soprassiedono alla volontà di uomini mediocri.
«Le donne – scrive l’autrice – devono sempre possedere un forte autocontrollo e il buon senso che devono vincere sulla impulsività e il sentimento», come dimostra il diverso destino riservato alla riflessiva Elinor che «… possedeva un vigore d’animo e un’acutezza di giudizio che la qualificavano … aveva un cuore generoso, ma sapeva come governarlo…». Marianne invece «era assennata e intelligente, ma impaziente in ogni cosa: i suoi dolori e le sue gioie potevano non conoscere moderazione».
La trama è tessuta dal forte contrasto tra la ragione di Elinor e l’emotività di Marianne, nel tentativo della Austen di difendere la saggezza e la discrezione di Elinor, ma a volte non sembra certa sulla prevalenza della ragione o del sentimento.

 
Nulla è perduto che non si possa ritrovar cercando. Amore non è amore che muta quando scopre i mutamenti o a separarsi in cima quando altri si separano. Oh no, è un faro irremovibile che mira la tempesta e mai ne viene scosso...

 

Alla fine del romanzo Elinor sposerà il suo vero amore, mentre la sorella emotiva troverà la felicità in un uomo che all’inizio non amava, ma che alla fine costituirà una scelta ragionevole e soddisfacente per trovare un marito, nella consueta e imperitura scelta conservatrice dell’epoca.
«Marianne era nata con un destino straordinario. Era nata per scoprire la falsità delle proprie opinioni… era nata per dimenticare un affetto scaturito in lei nientemeno che a diciassette anni e … per dare spontaneamente la sua mano a un altro! … Invece di farsi dominare da una travolgente passione, come una volta si era ardentemente lusingata di aspettarsi … si ritrovò a diciannove anni a cedere a un secondo affetto, ad assumersi nuovi doveri, ad abitare in una nuova casa: moglie e padrona di casa».
La scrittrice resta legata alle rigide convenzioni innaturali, più che alla comprensione e alla difesa dei sentimenti innati. Non ho trovato gocce d’amarezza nel suo spirito e nemmeno palpiti di disubbidienza all’ordine costituito dei signori proprietari terrieri e forse non ho trovato nemmeno l’amore. In quest’opera universale non ho letto quel meraviglioso sentimento chiamato amore, l’unico che consente di obliarci e ritrovarci e possederci in quest’oblio. Credo che spetti agli scrittori di ogni tempo l’abbattimento delle barriere sociali e comunque la pensi la Austen, io sento che l’amore è e sarà sempre la fiamma che tiene accesa la nostra esistenza. Una vita priva di “fuochi interiori” non può che spegnersi lentamente.
Provate miei cari amici a immaginare la povera Marianne che è costretta a dormire accanto a un uomo che non ama e per il quale nutre solo affetto. La vera scelta d’amore non è mai ragionevole e il sonno della sola ragione partorisce mostri che non abitano l’Amore.

(Giuseppe Grassonelli, 3 gennaio 2018)

 
Un uomo che non sa che fare del proprio tempo non è mai consapevole di invadere quello degli altri.

 

L’appuntamento del Gruppo di lettura di giovedì 18 gennaio 2018 è parte del nostro ciclo di letture “Read around the world”.
Le Amiche e gli Amici del Circolo della Lettura ‘Barbara Cosentino’ vi aspettano alle 20.00, per condividere le impressioni e rinnovare le emozioni suscitate dalla lettura di questo imperituro capolavoro.

 

'Read around the world' insieme a noi!

L’incontro, realizzato presso la Libreria AsSaggi, è aperto a tutti i Lettori che vorranno partecipare, previa prenotazione obbligatoria, con prelazione dei Soci.

 

Libreria AsSaggi

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